Antonio Caruso – Germania

L’Arcimboldo magazine online, prende il nome dal pittore del ‘500 Giuseppe Arcimboldo poiché l’artista realizzò le famose “Teste Composte”, dipinti che rivelavano una figura umana mettendo insieme tra loro prodotti ortofrutticoli, pesci e prodotti di cucina.

” L’Arcimboldo d’Oro ”  ovvero la statuina dorata dalla forma moderna e stilizzata, creata dal 3D Artist Francesco Conte esperto in lighting e look dev www.frankwy.com , nasce per premiare gli Artisti del Gusto, in Italia e all’estero, cioè coloro i quali che con la loro professione e suddivisi per categorie peculiari, rispondono ai seguenti requisiti nell’ambito enogastronomico:“Artisti del Gusto, custodi e ambasciatori di arti antiche, capaci di saper narrare la storia, di comunicare la cultura del proprio territorio, guardando al futuro e restando al passo con i tempi e le tendenze, con unicità e capacità emozionale”.

L’Arcimboldo d’Oro, inoltre equivale al simbolo del Pennello d’Oro, utilizzato dagli artisti per creare le proprie opere.

Dopo una serie di valutazioni da parte di professionisti della comunicazione e dell’ambito gastronomico, meritevoli Artisti del gusto sono entrati a far parte della guida de L’Arcimboldo con l’assegnazione da uno a tre pennelli d’Oro.

Antonio Caruso è entrato a far parte della Guida 2024 de L’Arcimboldo con l’assegnazione di 2 Pennelli d’Oro nella categoria ” Artista tradizionale “

Antonio e ci racconta di sé: -“L’inizio della mia professione non ha una data ben precisa. Ho fatto molti mestieri nella mia vita, ho aiutato mio nonno che era un noto fotografo napoletano e con lui ho girato moltissimi ristoranti.   Il mio primo approccio con il mondo pizza è stato presso la pizzeria friggitoria Ermenegildo a San Giovanni a Teduccio in provincia di Napoli, dov’ero praticamente una specie di jolly, facevo un po’ di tutto, dalle consegne al cameriere, all’aiuto pizzaiolo.

Sono stato sempre affascinato dall’arte della pizza ma non ho mai voluto fare il mestiere del pizzaiolo per gli orari estremi, ma poi alla fine questo mestiere era nel mio destino.

Nel 2005 ho conosciuto quella che sarebbe poi diventata mia moglie e mi sono trasferito in Germania e iniziai a lavorare la famiglia De Rosa, come banconista nel rinomato locale del papà a Dortmund.

Le cose non andarono come previsto, avevo difficoltà ad ambientarmi per i ritmi diversi, per lingua difficile, poi alla tentazione di prendere il posto di mio padre come ispettore aeroportuale a Capodichino, poiché era in procinto di andare in pensione e decisi di lasciare la Germania e ritornare a Napoli. Ma i miei progetti non si realizzarono, dopo sei anni decisi di tornare in Germania e subito mi sono iscrissi ad un corso intensivo di tedesco. Il mio ex titolare mi propose di lavorare per lui come pizzaiolo, accettai omettendo che del mestiere non ne sapevo più di tanto, ero capace a fare l’impasto e lo staglio, ma non la stesura dei panetti; infatti, iniziai a stendere pizze con il mattarello, ma ben presto presi dimestichezza e velocità nel realizzare le pizze.

Ma non ero soddisfatto del mio lavoro perché realizzavo una pizza di genere tedesco, ma da buon napoletano volevo proporre la mia pizza; perciò, comincia a studiare tecniche e metodi a sperimentare impasti e prefermenti, a provare la giusta cottura con il forno a 400.

Il figlio del mio titolare visto il mio impegno, mi propose di realizzare insieme il progetto di una pizzeria napoletana.

Improntammo la nuova pizzeria, ma per vari motivi non andò come sperato, così decise di aprirne un’altra in una zona più centrale di Dortmund, senza sottovalutare nessun aspetto, dal forno più indicato alla selezione degli ingredienti.

Attualmente, dopo quattro anni, con orgoglio posso dire che siamo una delle prime pizzerie in città ed abbiamo già una seconda sede, siamo una squadra e cresciamo sempre di più.

Sono pienamente soddisfatto del mio lavoro e magari un giorno sarò io stesso titolare di una pizzeria in stile napoletano qui in Germania”.

Il mio motto è: PERSEVERANZA SEMPRE!

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